Daino in Italia: Caratteristiche, Dove Vive e Come Fotografarlo in Natura

Tutto sul Daino (Dama dama): In questa sezione, vi guideremo alla scoperta del Daino, un cervide di media taglia noto per la sua adattabilità e i suoi inconfondibili palchi a pala. Dalle sue origini storiche al suggestivo periodo della ruminazione, esplorate l'identikit completo di questo affascinante animale.

Il Daino (Dama dama): L'Elegante Cervide Maculato, Storia e Segreti dei Nostri Boschi

 

Il Daino (Dama dama) è una presenza affascinante nei boschi italiani, spesso confuso con il più maestoso Cervo, ma in realtà unico per la sua storia evolutiva e le sue inconfondibili caratteristiche. Simbolo di agilità ed eleganza, questo mammifero è diventato, pur non essendo originario di gran parte del nostro continente, un ospite fisso di molte aree naturali e parchi.

Scopriamo l'identikit completo di questo splendido artiodattilo, dalla dieta al ciclo vitale, fino ai consigli per un incontro rispettoso e una fotografia di successo.


 

1. Identikit Dettagliato: Il Fascino del Mantello e dei Palchi

 

Il daino è un cervide di taglia media, con dimensioni intermedie tra quelle imponenti del Cervo e quelle più contenute del Capriolo. I maschi adulti (daini) possono raggiungere un peso tra i $60$ e i $100\,\text{kg}$ e un'altezza al garrese superiore ai $90\,\text{cm}$, mentre le femmine (dare) sono significativamente più piccole e leggere, attestandosi tra i $30$ e i $50\,\text{kg}$.

La sua caratteristica più distintiva è senza dubbio il mantello. Durante l'estate, la colorazione è tipicamente bruno-rossiccia e presenta una evidente pomellatura (macchie bianche) su dorso e fianchi, con una striscia dorsale scura che corre fino alla coda, e un inconfondibile specchio anale bianco bordato di nero a forma di ancora. In inverno, la pelliccia si fa più spessa e la pomellatura scompare quasi del tutto, assumendo tonalità grigio-brunastre. È inoltre interessante notare la frequenza, nelle popolazioni attuali, di varianti cromatiche come il daino bianco, l'isabellino o il melanico (nero), eredità delle antiche introduzioni e allevamenti.

Solo i maschi portano i palchi, che rappresentano il loro tratto più iconico. Dal terzo o quarto anno di vita, i palchi iniziano a sviluppare la forma palmata, ovvero piatta e larga, simile a una pala, che li differenzia nettamente dalle corna ramificate di Cervi e Caprioli. Cadono annualmente, generalmente tra aprile e maggio, e ricrescono rapidamente in estate, coperti dal velluto. La forma e la dimensione della pala sono indicatori della salute e dell'età del maschio.


 

2. Ecologia e Stile di Vita: La Vita in Gruppo e l'Alimentazione Flessibile

 

Il daino è considerato una specie con elevata plasticità ecologica, capace di adattarsi a diversi tipi di ambiente, sebbene prediliga aree di media collina e pianura, con una forte presenza di boschi di latifoglie intervallati da ampie radure e pascoli. La sua diffusione attuale in Italia, pur essendo capillare in molte aree protette come il Parco Regionale della Maremma, la Selva di Circe o le Madonie, è storicamente dovuta all'introduzione da parte dell'uomo, essendo originario dell'Asia Minore. Raramente si spinge oltre i $1200\,\text{metri}$ di altitudine.

 

Cosa Mangia

 

Classificato come erbivoro ruminante pascolatore intermedio, il daino ha una dieta estremamente varia. Si nutre principalmente di erbe, germogli freschi e foglie di alberi e arbusti nei mesi caldi. Durante l'autunno e l'inverno, la sua dieta si sposta su alimenti più energetici e fibrosi come bacche, frutti selvatici (soprattutto ghiande e castagne) e, in caso di scarsità, anche corteccia e licheni. La sua capacità di digerire materiale fibroso lo rende un concorrente alimentare significativo per altri cervidi più selettivi come il Capriolo.

 

Comportamento Sociale e Longevità

 

Il daino è un animale spiccatamente gregario. Maschi e femmine tendono a vivere in branchi separati per la maggior parte dell'anno, unendosi solo per il periodo riproduttivo o in inverno in grandi aggregazioni miste per motivi di sicurezza e foraggiamento. I maschi più anziani, tuttavia, possono condurre una vita più solitaria. In condizioni naturali, il daino può vivere in media dai $12$ ai $15$ anni, con i maschi che hanno una vita media leggermente inferiore a causa dello stress competitivo legato alla riproduzione.


 

3. Il Dramma dell'Accoppiamento e Il Ciclo Riproduttivo

 

L'evento culminante nel ciclo vitale del daino è la ruminazione (periodo degli amori), che avviene in autunno, tra ottobre e novembre. Questo è il periodo di massima attività e aggressività per i maschi.

I daini maschi adulti si recano nelle cosiddette arene (o lek), aree tradizionali dove marcano il territorio con sfregamenti ai tronchi, urina e fango. Qui, i maschi dominanti stabiliscono e difendono piccole porzioni di territorio per attirare le femmine. A differenza del Cervo, la loro vocalizzazione di sfida non è un vero e proprio bramito, ma un grugnito profondo e ripetitivo, che serve a intimidire i rivali e ad annunciare la propria forza alle femmine (dare).

Gli scontri tra maschi sono frequenti, a volte violenti, ma raramente fatali, finalizzati a stabilire la gerarchia e a garantire ai più forti l'accesso all'accoppiamento con il maggior numero di femmine.

Dopo circa otto mesi di gestazione, i piccoli (solitamente uno solo, raramente due) nascono a fine primavera, tra maggio e giugno. Il piccolo, che presenta la stessa pomellatura dell'adulto estivo, viene tenuto nascosto dalla madre tra la fitta vegetazione per le prime settimane, per proteggerlo dai predatori. La dipendenza materna si protrae per diversi mesi, ma i giovani sono in grado di seguire la madre e correre già poche ore dopo la nascita.


 

4. Etica e Pratica: Consigli per Fotografare il Daino in Italia

 

Avvistare e fotografare il daino nel suo habitat naturale, specialmente durante lo spettacolare periodo della ruminazione, richiede pazienza, conoscenza e, soprattutto, un profondo rispetto per l'animale e l'ambiente.

 

Dove Avvistarlo in Italia

 

I daini sono presenti in diverse regioni italiane. Alcuni dei luoghi migliori per osservarli in libertà, spesso in contesti di gestione faunistica attenta, includono:

  • Toscana: La Tenuta di San Rossore (Parco Naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli) e il Parco Regionale della Maremma (Uccellina) sono celebri per le loro popolazioni di daini.
  • Lazio: Il Parco Nazionale del Circeo ospita una delle popolazioni più note, in particolare nella suggestiva Selva di Circe.
  • Sicilia: Nel Parco delle Madonie è presente una popolazione con alcune varianti genetiche particolari.
  • Parchi Nazionali: Diversi Parchi nell'Appennino Centrale (sebbene non autoctono) e in alcune zone del Delta del Po ospitano nuclei stabili.

 

L'Approccio Etico e Tecnico

 

La fotografia naturalistica ha come regola aurea il non arrecare disturbo.

Etica dell'Avvistamento:

Distanza di Sicurezza: Mantieniti sempre a una distanza significativa. L'animale non deve percepire la tua presenza al punto da interrompere le sue attività naturali (alimentazione, riposo, interazioni). Non tentare mai di avvicinare i maschi durante la ruminazione, né le femmine con i piccoli.

Mimetizzazione: Utilizza abiti mimetici o dai colori neutri per confondere la tua sagoma con l'ambiente circostante. L'uso di un capanno o di un nascondiglio naturale aumenta notevolmente le probabilità di osservazione prolungata.

Non Interagire: Non dare cibo ai daini per attirarli. Questo li rende confidenti e può causare problemi sanitari e comportamentali, esponendoli a rischi.

Attrezzatura Fotografica:

L'uso di un teleobiettivo è indispensabile; una lunghezza focale di almeno 300mm (equivalente) ti permetterà di scattare dalla distanza di sicurezza.

Un cavalletto o un monopiede è fondamentale per mantenere la stabilità, specialmente con focali lunghe e nella luce crepuscolare.

Gli orari migliori per la fotografia sono l'alba e il tramonto, quando la luce è più morbida e i daini sono più attivi nel foraggiamento.

Ricorda sempre che l'obiettivo non è solo scattare una bella foto, ma documentare la fauna selvatica nel suo ambiente, senza alterare il suo delicato equilibrio. Il rispetto per la natura viene sempre prima dello scatto.


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